giovedì 25 giugno 2009

Daniel



"Sono un Centrocampista esterno sinistro, maglia numero otto, grazie”.Ti presentavi così ad ogni nuovo compagno o allenatore, dalle giovanili fino alla rappresentativa provinciale. La maglia numero otto che domenica nessuno ha indossato, quella maglia che i tuoi compagni hanno portato in campo stringendosi attorno ad essa, e che poi hanno messo a fianco del terreno di gioco sulla tua fascia. Quella fascia su cui ti abbiamo visto macinare chilometri e avversari, dove le tue scorribande tra le difese avversarie erano spesso vincenti, dove forza fisica, orgoglio, fierezza e rabbia ti hanno permesso di esprimere le tue doti di lottatore. “E’ uno che non molla mai” si diceva di te, che gli attributi li tira fuori sempre. Ci vengono in mente tanti episodi, tanti aneddoti, tante gioie e tante delusioni: tanta vita. I tuoi ritardi agli allenamenti, il tuo sorriso, il tuo essere provocatore, il tuo essere sopra le righe, la tua grinta, la tua continua battaglia contro l’ignoranza di chi ti offendeva per il colore della pelle, l’autoironia, la capacità di fare gruppo e di farti benvolere, l’ammirazione che i ragazzini delle giovanili nutrivano nei tuoi confronti, lo stupore di chi ti vedeva così diverso per poi scoprirti così uguale. Tutto questo ci è passato davanti durante un interminabile minuto di silenzio mentre in un freddo pomeriggio domenicale cercavamo di trovare un po’ di voglia e di forza per andare avanti, per continuare a sentirci vivi nonostante tutto.La maglia numero otto che ti accompagna in questa tua ultima corsa è un sentirci uniti a te, è un essere squadra, un senso di appartenenza a cui non possiamo e non vogliamo rinunciare, un ricordarci di te da quando ragazzino impaurito ma molto sveglio e sorridente venisti al campo per la prima volta fino a qualche domenica fa quando arrivasti a fine partita a vedere come andavano le cose e a salutarci inconsapevolmente per l’ultima volta.


Ti vogliamo bene e rimarrai sempre con noi.

8 commenti:

NUMERO 10 ha detto...

ogni volta che la leggo, mi commuovo. Gran belle parole

Gerry ha detto...

anch'io...

Anonimo ha detto...

Il ricordo è ancora vivo in noi che lo abbiamo conosciuto e abbiamo giocato insieme.....
Ciao Daniel.

Ress Nicola

Greder ha detto...

complimenti per le belle parole...e per il torneo in sua memoria...

franzbona ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
James Hetfield ha detto...

Me lo ricordo come se fosse ieri: domenica, quarta superiore, stavo preparando le valigie per andare in Grecia con la mia classe delle superiori.
Era Ottobre, una giornata calda per il periodo, i raggi del sole battevano dentro la mia cameretta.
Arriva una telefonata, ero il Berna, mi sono detto:"che cazzo 'l me ciama quel mona che l'ho sentu ieri?".
Rispondo:"Ciao Tenaglia, come va?...senti devo dirti una cosa..........
Lo sgomento, non volevo più partire:"il funerale è mercoledì" mi diceva il Berna dall'altra parte della cornetta.
Quella maledetta domenica non me la scorderò mai, eri venuto a cloz con la tua motoclicletta a vedere quanto aveva fatto il tuo amato Adige.
Lo sguardo un pò triste, non c'era il tuo solito sorriso, ma uno diverso; quasi un presagio del destino!
Un ragazzino che vestiva per le prime volte la maglia dell'Adige che aveva già imparato ad amarti!
Non ti dimenticheremo mai!

Gerry ha detto...

Era una domenica mattina e il telefono è suonato presto, troppo presto per essere domenica...era mia mamma..la voce rotta dal pianto, è successa una disgrazia mi ha detto. Un senso di freddo dentro...di incredulità. E il tam-tam do telefonate e sms. Volevamo sapere e capire quello che non si può sapere e capire. Sconforto e rabbia e delusione e una sola domanda, perchè? ma anche il desiderio e la voglia di fare squadra, gruppo di attaccarsi e sentirsi parte di qualcosa. Per noi quel qualcosa era l'Adige, era la maglia. Era il ricordo di un ragazzino appena arrivato dall'Africa tanti anni prima che si incazzava quando gli dicevano negro..."non conoscono neanche i colori" diceva "io sono marron"...e noi più grandi ridevamo...perchè quell'autoironia era innata in lui. Ed era innato anche il suo senso di ribellione, il suo andare oltre le regole, ma aveva un cuore grande e amava il calcio e l'Adige.
Ecco, questo torneo è un modo di ricordarlo, il nostro modo di ricordarlo. Perchè quello che siamo sul campo lo siamo anche nella vita.

Anonimo ha detto...

"Io non so. C'è gente che muore e, con tutto il rispetto, non ci si perde niente. Ma lui era uno di quelli che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero diventasse, da un giorno all'altro, un po' più pesante. Capace che questo pianeta, e tutto quanto, resta a galla nell'aria solo perchè ci sono tanti Bartleboom, in giro, che ci pensano loro a tenerlo su. Con quella loro leggerezza." [A. Baricco, Oceano Mare]

Una frase che ben si adatta a Daniel... la vita di tutti quelli che l'hanno conosciuto è cambiata da quando non c'è più...
e tante volte in queste serate mi sono chiesta "per quale ragione lui non è qui con noi a giocare, divertirsi, bere una birra e fare due chiacchiere fino all'alba?" ... le risposte non le abbiamo trovate cinque anni fa e non le troveremo neanche oggi, semplicemente perchè non esiste una risposta.
Ma proprio come allora, anche oggi mi sento di dire che questo nostro ritrovarci in suo ricordo, questo nostro divertirci, questo nostro vivere al meglio delle nostre possibilità, è il grande dono che possiamo fare ad un amico speciale che non è più fisicamente con noi ma che resterà sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti...
e so che lui sta sorridendo quando ci vede sorridere ed andare avanti, comunque, anche per lui.

Ciao Daniel, stasera l'ultimo spritz lo preparo per te.

Chiara